Le settimane precedenti, a partire da Sant'Ambrogio, erano dedicate alla preparazione.
L'albero, che nella nostra piccola casa di Via Maratta, poco più di trenta metri quadrati, riceveva sempre il suo posto d'onore. Era un parente, un caro amico che tornava puntuale, e che noi adornavamo con caramelle e cioccolatini, avvolti e poi appesi uno ad uno col filo da cucire. Alla Befana già non ne restava uno, e anche questo era un rito.
L'attesa... Le mattine, prima della scuola, andavamo ancora al buio alla Novena. L'aria era gelida, ma i canti e la luce delle candele in chiesa scaldavano e mi facevano tornare. E poi la ricerca dei doni nascosti per la casa, quando eravamo soli... Improvvisamente infiniti gli spazi che si aprivano: armadi, ante, cassetti ripiani e chissà se Babbo Natale esisteva o se, chissà, la mamma, sospettavamo, ci avrebbe pensato, con i risparmi e forse un po' anche di nascosto da papà, a comprarli per noi...
La notte della Vigilia Rodrigo ed io vegliavamo, Eros era ancora piccolo, emozionati e curiosi come non mai nell'attesa dell'arrivo. "Quest'anno scopriremo chi ci porta i regali!". C'era pure Gesù Bambino, a complicare le cose. Ogni volta, nonostante tutto, cedevamo al sonno, e al mattino, ai piedi del nostro letto, non importava più come, chi: la magia era compiuta. C'era, sempre, puntuale, qualcosa per noi!
Poi il pranzo. Tu, papà che dicevi sempre "I giorni sono tutti uguali per me!"... Ti saresti ricreduto molti anni dopo, e ringrazio Dio che mi ha concesso ti vederti diventare nonno e tornare bambino, quando, com'ero felice, non potevi più nascondere l'emozione di scartare con noi i doni che tu stesso, la Vita come ci cambia, avevi infine scelto con la mamma!
L'ultimo Natale, tre anni fa, siamo stati separati. Su quell'aereo, in partenza per Praga, mentre le hostess si lanciavano nei soliti balletti sulla sicurezza, ricordo con quale terribile bisogno ho riacceso il cellulare per chiamarvi e lasciare (almeno) un messaggio in segreteria : "Buon Natale, vorrei essere lì con voi", mentre i motori rullavano e le ruote iniziavano a percorrere la pista prendendo velocità.
Ora, è buio, il silenzio avvolge tutto.
Dalla sala mi arrivano le luci dell'albero, l'amico che è sempre poi tornato.
Tra qualche ora saremo avvolti dal profumo acre dell'agnello, che la mamma trova sempre un buon motivo per preparare, dal vociare disordinato e scomposto di questa nostra famiglia così piena di Vita. La mamma farà avanti e indietro dalla cucina, e le diremo come sempre "dai, stai a tavola con noi!".
Ogni cosa scorrerà. La gioia. Il dolore.
Chissà. Non posso sapere.
E allora mi alzo e vado piano, ma con la stessa curiosità, ai piedi del letto.
Chissà cosa ci sarà.
...l'amore è dappertutto.
Buon Natale a tutti noi, ovunque sia il