Mi sgranchisco di dosso la mollezza di un giorno intero trascorso sul divano, starnutendo e lamentandomi continuamente di nausea e di tutto il lamentabile.
Via, si va. Oggi rinasco.
Tutta via Padova a piedi. Passo lento ma si fa.
Poi il mercato di Benedetto Marcello.
Roberto compara le bancarelle per i prezzi… gli dico "Non perdere tempo". Alla fine scelgo sempre in base ad estetica e simpatia per il venditore.
Eccoci, la bancarella più bella, più curata. Il ragazzotto ci mostra orgoglioso i porcini. Sono di una bellezza da togliere il fiato. Ci penso un attimo poi confesso ciò che mezza Milano già sa: "Sono incinta: non so se vanno bene per noi...". Non insiste: "Ah, allora meglio di no".
Conquistata.
Facciamo scorta.
Durerà poco, già so.
Usciti dal mercato, Roberto porta due sporte di frutta.
Io un grazie-a-dio inutile ombrello e un generoso mazzo di alchechengi freschi. Voglio adornare la casa di autunno, e queste lanterne arancioni piene di magia mi paiono perfette.
Si torna.
Stazione Centrale, banchina della metro. Vorrei solo sedermi, ora.
Basterebbe che il ragazzo che gioca a poker sul suo smartphone si facesse un po' in là, ce ne sarebbe di spazio. Forse troppo concentrato, non intende. La ragazza al suo fianco, occhi neri luminosi, credo possa venire dal Senegal, si sposta, si mette sul ciglio della panchina di marmo, stiamo strette.
Io la guardo, le dico "era lui che doveva spostarsi… grazie".
E' un attimo.
Io sento che ci siamo messe in contatto.
Ma forse sto un po' fantasticando e magari è pure un po' scocciata, chissà.
Arriva il treno, carico. La fiumana è tale che Roberto ed io ci separiamo … lo raggiungo piano piano lì dove ha preso posto in piedi, mi tiene la mano, "meno male che ci sei", penso.
Poi una voce ed uno sguardo: "Siediti, dai!"
La ragazza dagli occhi neri e luminosi!
La guardo e mi viene da dirle, in un attimo di intimità "allora avevi capito, perché avevo bisogno di sedermi!".
"Sì", e mi sorride.
In quel momento ci siamo solo io e lei, ed è come se ci conoscessimo da sempre.
Mi emoziono e Roberto lo sente. Mi guarda e c'è amore.
Al momento di scendere vorrei ringraziarla ancora, ma la vedo presa. E' al telefono, parla concitata e molto concentrata.
"Grazie ragazza gentile, grazie sorella" mi dico tra me.
"Aspetta un attimo!"interrompe la chiamata, toglie gli auricolari e mi chiama.
"Ehi, tanti auguri a voi!"
Mi sento la vita fluire in tutto il corpo, sono certa che il cuore che ho nella pancia si è sentito scaldato.
"Sami, sei diventata rossa".
Sì.
Sono felice.
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