giovedì 26 aprile 2012

Il maglioncino rosa (un racconto samanthoide)



Martedì, ritorno da Londra.
Un unico acquisto per me, un maglioncino di cachemire rosa. Comprato a Camden, bucato. 15 sterline. Un affare.
 Resta solo di farlo cucire per benino, sistemare, rattoppare.

 So già dove andare. Il cinesino che parla poco, ascolta mentre ti domandi se capisca e intanto alla radio va Radio Lombardia che impreca contro gli stranieri e Pisapia.
Lo porto da lui, arrivata col volo delle 16 a Linate, passo da casa, attendo che smetta di grandinare palle di neve e via, sì, vado.
Domani ci sará un clima tropicale post monsonico, ma io devo, assolutamente devo indossare il mio maglioncino rosa a V di cachemire.

 Dunque corro dal 'mio' cinesino.
Mentre la radio sputacchia le peggio parolacce italiane contro i rom che sporcano le strade, spiego il lavoro da farsi. Mi ascolta, poi gli dico: "Certo son proprio arrabbiati, quelli lí alla radio".

E lui esplode a ridere. 

Ridiamo.

"Lolo semple cosí".

 

Ho fretta di avere il mio maglioncino pronto, e quando mi dice: "Vieni veneldi, anzi no dai, facciamo anche giovedì", non paga, rilancio: "Ma domani sei aperto, ce la fai per domani?"

 Mi dice : "Ci plovo".

"Se mi dai il tuo numero di telefono ti chiamo, così mi dici se ce l'hai fatta".

Silenzio.
Silenzio.
Silenzio.

Lo guardo.
Insisto.

"Se mi dai il tuo numero di telefono mi dici se è pronto".

Silenzio.
Silenzio
Silenzio.

Lo guardo negli occhi. Sguardo da 'ok va bene non insisto più'.
Acciuffa per la coda il mio pensiero, tempo perfetto, e dice: "Telefono non selvile, che ploblema c'è? -serafico- tu domani venile: io avele plonto lavolo fatto". 

Ora ho con me il maglioncino rattoppato. Il mio trofeo.
Domani ci saranno 27 gradi, lo indosserò uguale.

E penserò al cinesino che (radio spenta oggi) al mio: "Scusami, dopo tutto il mio insistere, ieri non ce l'ho fatta a venire!"...

è scoppiato a ridere.