sabato 18 luglio 2015

Renzo, il barbiere dell'ospedale

    Oggi siamo andati a trovare zio Gianfranco, il fratello della mamma. 
Gli ospedali sono dei microcosmi, dove la vita continua con ritmi suoi e dove gli abitanti si organizzano secondo consuetudini proprie.

E allora può succedere di incontrare il signor Renzo, il barbiere che si occupa di rinfrescare gli ospiti, anche quelli che magari sono mesi che non si guardano allo specchio.


Il signor Renzo porta nel trolley tutto l'armamentario del
Buon Barbiere, ci racconta barzellette sconce in milanese e ci dichiara orgoglioso di essere uno studioso della Bibbia. "Io ai testimoni di Geova tengo testa".
Mi fa anche qualche complimento ("hai piedi spirituali") e, sapete quanto sono vanitosa, mi emoziono un pochetto.

Di Roberto dice che si vede che è una brava persona e che il suo nome porta la radice del legno di rovere e della berta... Non lo seguo molto, ma andremmo avanti così per ore.

Lo zio osserva dal letto e, giuro l'ho visto, gli scappano un paio di risate sdentate che mi aprono il cuore.

Il signor Renzo ci dice che lo zio è molto magro e che converrà aspettare almeno una settimana prima di fare la prossima rasatura. Poi gli passa la colonia, "sentite che buon profumo!" E la passa anche sui capelli da pulcino, per rinfrescarlo.

Poi, prima di andare via, mi chiede se lavoro per una casa editrice, perché sta ultimando un suo libro e gli piacerebbe pubblicarlo.



martedì 7 luglio 2015

Partire leggera…tornare alleggerita

Perché in campeggio c'è sempre qualcuno che ti presterà l'accendino che ovviamente ti sei scordato nonostante l'elenco minuzioso.

Perché in campeggio c'è sempre qualcuno a cui potrai offrire il tuo compressore da 10€ del Decathlon di cui vai così orgoglioso (e sentirti un supereroe).

Perché occuparsi dell'essenziale (dov'è il bagno - dove si sposterà l'ombra al sorgere del sole - copri bene i biscotti prima che le formiche ci vadano... ) è per me il miglior scacciapensieri al mondo.


Perché attraversare la pineta dopo la doccia calda è una delle sensazioni che più mi riconcilia con la Vita.

Perché addormentarsi al gracidare delle rane e il ritmato tù-tù dell'assiolo per poi svegliarsi al frinire insistente delle cicale innamorate mi emoziona ogni volta.

Perché sulla grande navicella spaziale dei campeggi tutti ci si conosce e non c'è niente di più naturale di un cenno di saluto alle 7 tra te col rotolo di cartigienica che corri per non farti la pipì addosso (per quello si dice che scappa) e il pensionato che da una vita torna lì e legge pacifico il suo giornale con una tazza profumosa e fumante di caffè della moka.

Perché in campeggio ciascuno interpreta la propria personale idea di Casa e perchè mi diverte così tanto ammirarne le diverse versioni umane: dall'organizzazione degli spazi che nemmeno alla Nasa, alla poetica veranda decorata nel minimo dettaglio con gerani, petunie e tanto di cartelli di benvenuto.

Perché sono un'inguaribile ottimista e faccio finta di dimenticare che la prima notte abbiamo non-dormito sul materassino sgonfiato.

Perché siamo tornati a Milano da mezz'ora e già sto rosolando come sul girarrosto.


Perché mi piace partire leggera e tornare alleggerita.

Per questo e mille altri motivi amo le vacanze in campeggio.